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Drago Purpureo

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Secondo libro della trilogia di Carole Wilkinson, l’ho letto dopo un bel po’ dal primo. Ricordavo vagamente la trama del primo e ricordavo che mi era piaciuto, ma ci è voluto poco per riallacciarmi. Nota dolente: trilogia… ma in Italia il terzo non è stato pubblicato e ormai son passati 4 anni dall’uscita di questo. Le mie speranze di vederla conclusa stanno svanendo…

E’ un libro per ragazzi, o almeno lì lo trovate, ma rispetto ad altri non risulta una lettura palesemente censurata o rabbonita. La sua particolarità è l’ambientazione storica della Cina durante la dinastia Han, quindi parliamo di Draghi cinesi, un fantasy particolare ma molto suggestivo se si apprezzano quelle atmosfere.

La Trama:
Il giardino del drago purpureo è il secondo capitolo della serie fantasy iniiziata con “La custode del drago”, di Carole Wilkinson.
La vicenda è ambientata nell'antica Cina, durante la dinastia Han. Ping, la giovane protagonista, si rifugia sui pendii della montagna di Tai Shan, dove si prende cura e cerca di allevare Kai, un cucciolo di drago. I giorni trascorrono felici finchè un giorno trovano la loro capra morta, con la gola tagliata. Percependo il pericolo che incombre, decidono di fuggire, ma si imbattono in un negromante. Verranno salvati da Hua, il topolino ammaestrato di Ping, il quale riuscirà grazie ai suoi poteri, a tenere impegnato il negromante mentre Ping e Kai fuggono. Nella fuga si imbattono nelle guardie dell'imperatore, che li catturano e li portano nel palazzo imperiale, dove Ping diventerà amica della principessa Yangxin, la quale insegnerà a Ping a leggere e scrivere.
La trama avvincente si snoda tra creature fantastiche, duelli, riti magici, complotti e mille avventure.
Ancora una volta la protagonista si renderà conto di quanto sia difficile fare la custode di draghi. Riuscirà Ping a diventare la custode del drago? Riuscirà a vincere lo scontro contro il crudele negromante?

L’inizio è un po’ lentino, Ping è alle prese con un cucciolo di Drago casinista e non riesce a comunicare con lui né sa come si dovrebbe allevare. Danzi, l’antico Drago che ha aiutato a fuggire dal palazzo imperiale, le ha dato pochi consigli nell'affidargli suo figlio, quello che potrebbe essere l’ultimo Drago.
In seguito la trama si sviluppa e si legge d’un fiato.

C’è da dire che, nonostante non siano risparmiati i sacrifici, per un lettore adulto alcune cose possono essere prevedibili fin da subito e quello che dovrebbe, forse, essere un colpo di scena risulterà la logica conseguenza per una Ping sprovveduta o semplicemente troppo buona.

In tutto questo un personaggio non mi è piaciuto. Forse detto così è fin troppo tassativo, diciamo che se non ci fosse stato non mi sarebbe mancato, anche se ha il suo ruolo. Parlo di Hua, il topo amico di Ping che ritorna a inizio libro. Mi risulta complicato immaginarmi un topo che sputa palle di fuoco… fosse stato solo magico, particolare, con gli occhi e la pelliccia blu… ma che sputi palle di fuoco proprio riesco a immaginarmelo male, anche perchè di base il libro pare un low fantasy. Anche Kai, il cucciolo di Drago, non è capace di chissà cosa, può giusto comunicare mentalmente col suo custode e mutare aspetto, ma tutto è contestualizzato in un modo che fa apparire Hua fuori luogo.

La cosa snervante è che il finale è ampiamente aperto… e il terzo libro non esiste. La Dalai adesso è la BCDalai… e se cerco sul loro sito non risultano neanche questi due libri. La pubblicazione è fuori stampa evidentemente… e quindi? E quindi boh. Non sono capace di leggermelo in inglese, quindi credo proprio che spererò un giorno di vedere pubblicato il finale della saga… ma nel frattempo lo archivierò.
E’ difficile per me consigliare una storia non finita… è bella l’ambientazione, è scritto in maniera scorrevole (anche se ci sono delle ripetizioni ogni tanto), ma non si sa come va a finire… Di buono c’è che lo si può trovare anche alla metà del prezzo di copertina e che, se uno sa leggere in inglese, la trilogia un finale ce lo ha.

Detto ciò, breve pausa lettura inedito di un’amica e poi mi dedico al libro che segue L’Acchiapparatti: Il Burattinaio. In realtà l’aver letto questo libro è stato un caso. Aspettavo proprio di avere Il Burattinaio, ma avevo voglia di leggere e allora ho preso dalla libreria la prima cosa che mi sembrava leggera e veloce. Adesso però completerò la duologia e poi vedremo cosa ripescherò dai meandri perduti dei miei scaffali x3

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