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Ombre dal passato

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Finito pochi minuti fa.
Dunque. Ombre dal passato, terzo volume della quadrilogia che vede I Guerrieri d'Argento e Altèra come primi due. Sono quattro in tutto, me l'ha detto al Pandino l'autore, quindi stavolta ne sono certa. (A volte sono allergica a cercare informazioni online mentre scrivo, che ci volete fare).

La storia… facciamo mente locale. Nel primo libro, prevalentemente, impariamo a conoscere le lande di Arìshtar e in esse tre protagonisti: Elamar, Gotland e Nayla. Relative storie e poteri. Nel secondo invece si affronta una remota minaccia che coinvolge tutte queste terre: Altèra, da cui il titolo.
Alla fine del secondo Elamar è una potenza spaventosa, distrutto nell'animo se ne va e lo ritroviamo qua, nel terzo, oltre il confine di Arìshtar, oltre il deserto.

Premessa: Ho letto i primi due da un bel po’ con la fortuna di averli avuti uno dietro all'altro. Un anno fa direi, e nel terzo non si fa il punto della situazione, quindi riprendere il filo è stato un po’ difficile. E’ evidente che siano scritti uno di seguito all'altro e viene data per scontata l'ottima memoria del lettore. La mia purtroppo non è così ottima XD

Dei primi due mi era rimasta impressa, lo so che è brutto ricordarsi i libri per questo, soprattutto la forma. C'erano continui errori di revisione, discordanze verbali e, lo ammetto, mi aspettavo di ritrovarli anche qua.
Perché l'hai comprato allora?, vi chiederete.
Sono di solito una lettrice che non dà mai una stella, tanto per rifarsi alle cinque stelle usate spesso per i voti. Davvero, ne do poche persino di due, ma nella mia testa ogni libro viene paragonato a quello che per ora ritengo la peggior lettura mai fatta. No, non dirò che libro è, sono piuttosto avversa alla critica negativa, specie se composta da un titolo correlato a un discorso come questo. Ogni libro merita di vedere elogiati i pregi. Non esiste lo schifo assoluto… ma in quel caso di pregi ne ho trovati così pochi, ma così pochi… che è andata così.
Ma i gusti sono gusti, diceva quello che si ciucciava il calzino (XD), quindi nessun libro può avere un giudizio assoluto.

Torniamo a noi. Dicevo: comparo tutto al peggio che ho letto e inizio a salire con la valutazione.
Il primo era scritto peggio del secondo (normale direi), ma del secondo non mi piacevano i combattimenti in stile Dragon Ball, quindi facendo una media, ho comunque preferito il primo, e l'autore se n'è pure stupito. Gusti, come dicevo prima.
Non è nascosto il fatto che l'autore si ispiri a quel tipo di combattimenti ed è una scelta che può piacere o non piacere. A me non piace molto, ad esempio, e preferisco tutto ciò che c'è intorno, facendo fatica a immaginarmi quel tipo di scontro in un'ambientazione fantasy. E’ anche vero che potrei essere io a immaginarmi un contesto troppo classico, oppure c'entra il fatto che la mia passione per Dragon ball si è esaurita molto tempo fa.
Precisiamo: io gestivo un sito (eoni fa, diciamo… almeno 12 anni fa) sui cartoni animati (anime per dirla giusta, ma all'epoca eravamo tre gatti a sapere che si chiamavano anime e lo sapevo perché in terza media il mio progettino d'esame verteva su manga e anime. Che otaku nè?) e, subito dopo i Pokèmon, c'era una sezione immensa su Dragon Ball. Quindi non mi fa schifo, diciamo che adesso preferisco altro.

Torniamo al punto.
Il terzo libro è scritto mooolto meglio. Scorre bene, c'è qualche errore di battitura, qualche dimenticanza qua e là, ma tutto sommato errori di distrazione, più che di forma. Naturale miglioramento e crescita.
Ritroviamo Elamar, solita faccia da schiaffi. Se potessi averlo davanti non so quanti ceffoni e pedatoni negli stinchi gli tirerei. Ha un carattere amabile questo ragazzo, davvero!
Sbarchiamo oltre Arìshtar. Nuove terre, nuovi popoli, nuovi casini e ovviamente il nostro beneamato figliolo ci si troverà coinvolto. Ci prova in tutti i modi a morire e a farla finita, ma no, il destino è… mi veniva un termine, ma lo sostituirò con infido.

Questa terra è caratterizzata da problemi non indifferenti. Innanzi tutto ci sono i giganti che, clave o non clave, fracassano le ossa di chiunque non gli vada simpatico. Dettaglio che potreste trovare cretino: ci si immagina benissimo il combattimento dei giganti, la loro forza bruta e il ragionamento semplice e rude. Prendi e rompi. Teste spaccate l'una contro l'altra, poveri malcapitati afferrati e schiantati contro la prima superficie dura utile.
Non è una critica eh! Né ironia. Dico sul serio! I giganti sono forse ciò che mi sono immaginata meglio e non per i disegni presenti all'interno del libro, ma proprio per come sono descritti nelle azioni. Rompi, spacca, schiaccia, vai così!

Facciamo le persone serie e poco sanguinarie…
Elamar salva una ragazza da dei mercenari al servizio di re Voltor. Il fatto che il nostro beneamato figliolo sia una forza della natura, e non scherzo dicendo che schioccando le dita potrebbe fare più o meno qualsiasi cosa, non piace molto alla ragazza che, comunque, riconosce allo straniero dai capelli bianchi di averle salvato lavita.
Così Elamar raggiunge il regno avversario a quello di Voltor, Artam, governato da re Nolm. E spero di non sbagliare i nomi…

Da questo incontro si evince che in queste terre i Maghi non son visti bene, diciamo che non son visti proprio. Tempo prima sono stati sterminati perché il loro potere li aveva resi una minaccia; il potere aveva dato loro alla testa e i due re, trovandosi in pericolo, usarono due “armi” che annientarono il nemico risucchiandone i poteri. Queste armi erano due mantelli.
Non è finita qui. Quando Elamar nomina Arkadon, tutto cambia. Per quanto grato, Nolm consiglia ad Elamar di andarsene o finirà male e la stessa sorte toccherà a loro.
Non è una dichiarazione di guerra, ma, come detto prima, i Maghi non sono ben visti e i mantelli sentono la magia, la trovano, e la risucchiano. E Voltor non aspetta altro che un pretesto per scatenare la guerra.

***
*** SPOILER ***


Chi ha creato questi prodigiosi mantelli? Elja e Arkadon. Ti pareva che non facessero danni anche fuori da casa loro? E le rogne toccano a Elamar. Per un attimo l'ho pure compatito, poi ha fatto uno dei suoi pensieri/discorsi e la compassione è sparita, sostituita dal desiderio di tirargli un ceffone urlandogli: la vuoi abbassare quella cacchio di cresta? (in maniera molto meno fine, ovviamente)
Elamar decide di infilarsi nelle paludi con la compagnia di tre oggetti che Nolm gli ha dato. Ma non è farina del sacco del re, ovvio! Arkadon ha lasciato nel passato qualcosa per Elamar, prevedendo il suo arrivo. Apparentemente oggetti senza senso (un ciuffo d'erba secca, un cuneo di legno e un disco metallico), Elamar scoprirà invece che Arkadon li ha lasciati per un preciso motivo. La lungimiranza di quell'uomo è ammirevole, mi piace tanto lui (piaceva, perché ci ha lasciati nel secondo libro), quanto mi sta sulle scatole Elja.

L'annuncio che mi aveva fatto l'autore diviene realtà proprio nelle paludi: Elamar perde completamente i poteri!
Nella mia testa è partito un trenino con musica a palla. Festa! Festa! Il beneamato figliolo non può più fare lo sborone!
No, lo fa lo stesso… e da lì il desiderio di tirargli un calcio non negli stinchi, ma da un'altra parte.

Nelle paludi c'è un popolo di… stavo per scrivere omini, ma gli Omini sono un altro popolo delle terre di Arìshtar, quindi di piccoli uomini. Purtroppo non ho capito bene come siano e in cosa sono diversi dagli Omini, a parte il fatto che sono capaci di mutare forma. Ora va bene gli spoiler, ma non posso dire molto di più.
Qui ho goduto, ma davvero eh! Sarà che Elamar non lo sopporto, ma qui finalmente se lo prende in quel posto e, sfinito, è quasi propenso a lasciare questo mondo. Vai, vai caro! *fa ciao ciao con la manina*
Ma no. Dei Draghetti, con cui aveva scambiato qualche parola (può… poteva *eh eh* parlare con qualsiasi animale) decidono di salvarlo, a costo della loro vita! Cosa?! Il mio cuore piange e guarda malissimo quell'ingrato che, quando si alza, pensa pure di prendere e andarsene, mollando le terre, prossime alla guerra, al loro destino.

Lode ai Draghetti che, a suon di testate e morsi sanguinolenti, lo convincono che non porterà le sue terga da nessuna parte se non in soccorso di re Nolm, dato che quell'invasato di Voltor, appena avuta notizia che un Mago girava per le terre e aveva fatto fuori i suoi mercenari salvando una ragazzina della fazione opposta, ha rispolverato il suo mantello incitando tutti alla guerra.
Da notare che questi mantelli non son tanto gestibili. Prendono il possesso di chi li indossa reclamando potere e viulenza! Non a caso Voltor bracca Elamar… ma Elamar la scampa perché perde i poteri e Voltor annienta qualcun altro. *schiocco di dita* Maledetto tempismo…
Precisiamo che Voltor non era amabile neanche prima e che i due regni erano in continuo conflitto: ha solo avuto il pretesto per dichiarare guerra, con l'intento di conquistare il regno avversario e spadroneggiare su tutto il territorio.

Prima di finire con le spoilerate, devo dirla una cosa: verso fine libro riappare tutta la combriccola! Oh! Norfolk, Nayla, Gotland… Alyan (oddio chi era Alyan? La mia testolina piange) ed Elja *smorfia*.
Purtroppo, come accennato all'inizio, si dà per scontata la grande memoria. Vada per Nayla, che è il grande amore che Elamar crede perduto. Gotland, perché il trio era così formato dal primo libro. Norfolk ti rimane impresso dalla prima volta che appare, ma ho fatto fatica di primo impatto a ricollegare il nome, ma appena ha usato il bastone mi s'è accesa la lampadina.
Alyan… piango. Non la ricordo… non ricordo come sia e cosa sappia fare. Ricordo che è la sorella di Nayla e che Nayla non sapeva manco d'averla. Forse l'ho rimossa perché l'associo a Elja? *smorfia* Poverina, m'è finita sotto l'influenza negativa della madre che si ritrova…

Spoileroneoneoneoneoeneone:
Muore. Muore! Muoreeeh! *trenino*

Questo libro scatena in me desideri di morte... non so se sia normale.


***
*** Fine SPOILER ***


Il libro ha una sua conclusione, nel senso che ha una fine la vicenda, la guerra e c'è quasi un “Vissero tutti felici e contenti” se non fosse che nelle ultime dieci righe si apre l'incipit del quarto con un bigliettino ricevuto da Elamar.
In sostanza, a parte i fatti narrati, dei retroscena non viene svelato quasi una cippa, ma si intuisce (si spera) che tutto verrà rivelato nel quarto con un degno epilogo.

Note positive apparentemente cretine:
Ossa che si spezzano, ovunque! Che siano crani, setti nasali, vertebre o intere colonne vertebrali! Per questo si ringrazia l'intervento dei giganti che, a grugniti e cazzotti, sanno essere davvero amabili.
I Draghetti çOç ciccipucciosi! E’ più intelligente uno dei vostri cervellini che quello in dotazione a Elamar. Vi faranno santi, martiri…
Il protettore: non t'offendere. Io un boccone con te l'avrei mangiato, mentre giocavo a ping pong contro il muro con la testa di Elamar. Se hai letto i suoi pensieri, stimo la tua grande pazienza. Io l'avrei buttato di sotto dall'altopiano.

Note positive apparentemente serie:
I combattimenti sembrano maggiormente integrati alla realtà “medievale” del contesto. A parte i primi, dove ElamarSoFigoSoloIo mena ben bene i mercenari sentendosi un dio in terra. Lo scontro finale è quasi un flash, però penso sia dovuto al voler seguire il protagonista piuttosto che gli altri personaggi in una campale.
Nonostante il protagonista faccia di tutto per farsi odiare, tu lo vuoi leggere questo libro perché speri sempre che qualcuno gli faccia abbassare la cresta. Temo sia difficile, ma ci si spera…
C'è una concezione molto concreta del territorio. Ok, vi direte voi, sai che novità. No, in realtà a volte sembra tutto buttato un po’ lì, o non vi si dà peso, ma se si parla di guerre ed eserciti che si spostano, a volte fa comodo che sia chiaro. Anche perché è tutto un muoversi da una parte all'altra!

Di base la storia esula un po’ dai primi due. Nuova terra, lui da solo… a un certo punto ho pensato che, se ci fossero state descrizioni promemoria che ridelineassero eventi cruciali e personaggi dei primi due libri, questo si poteva leggere anche da solo, a sé.
Rimpiango la mancanza di dettagli atti a suscitare i ricordi dei primi due libri, anche poche righe che ridescrivessero fisicamente i personaggi dei primi due e qualche cosa che inducesse il lettore a distogliere un attimo gli occhi, riflettere e concludere con: ah vero! Mi ricordo! (e io avrei sorriso per poi adombrarmi su Elamar, pensando che il suo carattere non fa che peggiorare… e che vorrei tirargli due ceffoni da tre libri a questa parte).

Concludendo il poema: questa trilogia è un po’ una linea in salita. I primi due, per i motivi sopra descritti, erano alla pari per me, come valutazione generale. Questo li supera di un poco. Li avrebbe superati di una stellina completa (sempre parlando in termini di stelline) proprio se avesse avuto delle sorte di “promemoria”, chiamiamoli così.
E ora s'aspetta il quarto volume conclusivo. Al prossimo Pandino Fantasy Books? XD

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